“L’alpinismo è anzitutto una questione spirituale; nessuno sognerebbe di sobbarcarsi certe fatiche, e d’esporsi a certi pericoli, se l’animo non vi trovasse un indiscutibile appagamento.
L’alpinismo è un’affermazione della propria personalità sulle forze avverse della natura: l’alpinismo è un combattimento senza nemici, un combattimento infine ove anche le vittorie più belle non sono macchiate dal dolore causato ad un vinto”.

[ Fosco Maraini – Dreng-Giong ]

Ecco una delle molte sfaccettature dell’alpinismo, forse solo una tra le tante, sicuramente una delle più nobili, la cosiddetta “lotta con l’alpe”, che fu vero e proprio punto di riferimento del grande alpinista Guido Rey.
In realtà però, chiunque si dedichi a tale attività lo fa con le proprie ambizioni, con la propria personalità e con le proprie capacità, un po’ come ciascun individuo affronta la vita quotidiana, ed è proprio per questo motivo che l’alpinismo risulta così poliedrico, così ricco di tonalità, di sfumature.
Agli albori tale disciplina fu sinonimo di esplorazione scientifica e geografica, basti pensare ad alcune illustri personalità della nostra terra biellese, quali Mario Piacenza, Padre Alberto Maria De Agostini, Quintino e Vittorio Sella.
In quel tempo le montagne venivano scalate percorrendo la via più facile e logica verso la vetta, sia per le minori potenzialità garantite dell’equipaggiamento di allora, sia perché ciò che muoveva l’uomo verso l’alta quota era la curiosità, la conoscenza dell’ambiente alpino e non la prestazione in sè.
Ben presto però questo scopo esplorativo venne meno, lasciando sempre più il passo a un aspetto prettamente sportivo; la salita di cime sempre più alte, tecnicamente più impegnative, possibilmente per vie mai percorse in precedenza, divenne l’obbiettivo primario degli alpinisti, una sorta di vera e propria “corsa al record” che subì una prima forte accelerazione dopo il primo conflitto mondiale, quando il nazionalismo europeo identificò l’alpinismo come uno dei mezzi per affermare la propria ideologia politica in campo sportivo, e poi una seconda impennata dopo la seconda guerra mondiale, quando l’ambiente alpinistico si risvegliò al richiamo dell’altissima quota, degli ottomila e della loro possibile conquista.
E oggi? Cosa ne è oggi dell’alpinismo?
Scalare una montagna è rimasto per molti una pura questione sportiva, un continuo controllare il cronografo, portare il più in alto possibile l’altimetro o “aumentare il grado” della difficoltà; se da un lato quest’aspetto ha spogliato l’alpinismo del suo lato più romantico, dall’altro ha fatto sì che, in poco più di un secolo, una dopo l’altra tutte le più importanti vette del pianeta siano state conquistate dall’uomo, da più versanti, per più vie, con spedizioni massicce o in stile alpino.
Non solo, questa trasformazione ha contribuito alla nascita dei cosiddetti professionisti dell’alta quota; guide, agenzie specializzate, gestori dei rifugi, alpinisti professionisti e portatori che ogni giorno vivono in montagna e di montagna, a contatto con un ambiente ostile, ma allo stesso tempo davvero affascinante.
Per altri l’alpinismo è rimasto semplicemente il godere dell’ambiente montano, l’ammirarne il suo aspetto più selvaggio lontani dalle comodità di ogni giorno, dagli schemi preconfezionati della civiltà moderna.
Alcuni alpinisti sono invece mossi da una sorta di “senso artistico”, dalla ricerca di una via ideale, della cosiddetta “linea perfetta”; un percorso da tracciare su una parete con un proprio senso estetico, un itinerario che resti idealmente sulla montagna come la pennellata di un pittore rimane sulla tela, una sorta di vera e propria opera d’arte.
E per la nostra Associazione che cosa significa praticare l’alpinismo?
Per noi è soprattutto emozione, contemplazione e condivisione; è il vivere insieme un momento di gioia per ciò che si è stati capaci di fare insieme ai nostri compagni, in amicizia.
Sulla cima è un abbraccio tra di noi per la salita appena compiuta, a casa, prima di partire, è stato il pianificare insieme la gita, una volta scesi a valle sarà il volgere lo sguardo alla vetta appena raggiunta e poter dire: “C’eravamo”.
Per godere di queste sensazioni non è necessario essere grandi alpinisti, ce lo ricorda Enrico Camanni in un suo breve brano: ”D’estate è possibile superare la barriera dei tremila metri per ammirare da vicino i ghiacciai e le cime più elevate. Un po’ di ardimento e allenamento, attrezzatura giusta, una guida o un compagno esperto, saranno sufficienti per farvi godere le emozioni dell’alta montagna”.
L’Associazione Montagna Amica si dedica all’attività alpinistica tutto l’anno, su diverse tipologie di terreno percorrendo itinerari di varie difficoltà.
I nostri soci si organizzano in gruppi autonomi per compiere gite secondo le proprie capacità ed i propri obbiettivi di scalata: dalle facili ascensioni su ghiaccio alle più tecniche vie di misto, dalle moderne salite su roccia in alta montagna alle cascate di ghiaccio invernali.
Durante i nostri Corsi di Alpinismo di Base alcuni soci si aggregano, con cordate autonome, alle uscite in alta quota, contribuendo ad alimentare il nostro spirito del vivere la montagna in amicizia e sicurezza. Il terreno d’azione è sostanzialmente quello delle nostre Alpi italiane Occidentali, sia per quanto concerne i corsi, sia per le uscite non pianificate secondo un calendario specifico. Non mancano però le trasferte sulle Dolomiti, sulle Alpi Francesi e Svizzere, o anche verso destinazioni extraeuropee; in questo caso si tratta di viaggi a carattere turistico – alpinistico o vere e proprie spedizioni. Per i soli partecipanti adulti è richiesto il tesseramento all’Associazione per l’anno in corso.
Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile contattarci all’indirizzo di posta elettronica info@montagnaamicabiella.it.

Vi aspettiamo numerosi!