Perché praticare lo sci alpinismo? Perché avvicinarsi a questa disciplina oggi, potendo usufruire dei moderni impianti di risalita che ci permettono di godere di paesaggi mozzafiato al costo di una “giornaliera”, magari inclusa in un pacchetto “all inclusive” di un hotel a bordo pista?
Non vi è una sola motivazione, le ragioni sono molteplici, ed il caso vuole che già nel 1960 l’emerito Accademico del CAI Massimo Mila le avesse messe in evidenza nel brano seguente, forse non sapendo che ancora oggi sarebbero state più che mai attuali.

“Anche quest’anno la neve è caduta presto sulle nostre montagne, promettendo di apprestare un soffice e consistente manto nevoso per la gioia degli sciatori. Migliaia di giovani estraggono i legni da qualche armadio a muro o li tirano giù dalla soffitta, controllano gli attacchi, le lamine e il fondo, e speriamo si ricordino anche di fare un po’ di ginnastica presciistica, per non trovarsi poi coi muscoli irrigiditi dallo sforzo dopo i primi “christianaia”, ed esporsi perciò al rischio di gravi conseguenze in caso di cadute.
Qualunque esercizio fisico che i giovani facciano, è un bene: che saltino, che corrano, che giochino al calcio o al tennis, che nuotino, che gareggino in bicicletta, che tirino di spada, che si prendano a pugni secondo le regole dell’arte. Tutto ciò che li irrobustisce, che gli stanca il corpo, che li distoglie dai languori dell’adolescenza, che sviluppa in loro il gusto di misurare e coltivare le proprie energie fisiche, è da incoraggiare senza riserve. Qual è la ragione della superiorità dello sci, e in genere della montagna invernale e estiva, sulle altre attività sportive? Una semplicissima: lo sci si pratica in seno alla natura. Lo sci allontana per un giorno su sette i ragazzi dall’aria mefitica dalle città,che va diventando d’anno in anno più irrespirabile, c’incrosta i polmoni con le esalazioni dei motori a scoppio, delle officine e dei riscaldamenti a nafta. Nemmeno gli sport che si svolgono all’aria aperta degli stadi, pur già preferibili in questo senso al chiuso delle palestre, possono competere con la montagna. Gli stadi sono spesso ubicati nella periferia industriale delle grandi città, e gli atleti compiono i loro ammirevoli sforzi in un’atmosfera micidiale, che puzza di carbone, di benzina o di acido solforico.
Ma poi non si tratta soltanto della purezza dell’atmosfera. Non si tratta solo di aria pura. Quello che conta è il quadro in cui lo sciatore e l’alpinista svolgono il loro sforzo. L’evasione dalla geometria artificiale delle città, e l’inserzione nelle armoniose linee della natura. Ben inteso, di questo beneficio non si rende conto neanche uno dei tanti giovanotti e ragazze che la domenica sciamano a frotte sui campi di neve. Ma non importa: anche se non sanno a che cosa è dovuto quel meraviglioso senso di equilibrio con se stessi, e di pace col mondo circostante, ch’essi riportano dalle loro uscite sciistiche, il guadagno è fatto. Lo sci e l’alpinismo rimettono per un momento l’uomo primitivo a misurare le proprie forze nel paesaggio naturale, a fare in conti con le asperità del terreno e la irregolarità della neve, a valutare rapidamente le une e le altre con un colpo d’occhio scaltrito dall’esperienza, e a prendere decisioni immediate, improrogabili, pena un capitombolo. Naturalmente la civiltà si è arrampicata anche in montagna, sotto forma di funivie, skilift, seggiovie, e ogni sorta di attrezzature meccaniche per evitare la fatica della salita. Ma nemmeno nei più celebrati centri di sport invernali è riuscita a deturpare del tutto la naturale maestà dell’ambiente alpino. E poi, certamente, è augurabile che almeno qualcuno fra i baldi giovanotti che la domenica sfrecciano, più o meno sicuri, sulle piste battute e servite da mezzi meccanici di risalita, provi un bel giorno il desiderio di vedere che cosa c’è oltre quelle solite montagnole, e modificato un poco il proprio equipaggiamento, fissate sotto gli le pelli di foca, cominci a inoltrarsi con le proprie forze nel magico scenario della montagna invernale. A solcare coi propri legni la neve intatta. A risalire le valli dal mutevole paesaggio, facendo uso della propria intelligenza (o istinto?) per cercarsi i passaggi migliori. A buttarsi giù dall’altra parte di un colle per un lenzuolo immacolato, dove le code degli sci sollevano nuvole di neve polverosa a ogni curva. A congiungere valli lontane con ingegnosi itinerari. A capitare la sera, stranito, sopra un villaggio dove si accendono le prime luci, e scorgere con gioia il fumo che si leva dalle case abitate e dover magari chiedere a un taciturno montanaro: – Come si chiama questo posto? Dove si trova un pullman, un treno, un accidente qualunque per tornare a casa?
Sono ormai più di duecento anni che l’uomo ha scoperto la Natura con la N maiuscola: Rousseau e compagnia bella. L’ha scoperta quando ha cominciato ad allontanarsene tanto da essere sul punto di perderne il contatto. Oggi la voga dello sci è un prolungamento diretto di quella scoperta settecentesca. Lo sci è il mezzo per conservare il contatto con la natura durante il letargo dei mesi invernali. E gli uomini che vivono nella natura, o per necessità di lavoro, come contadini,boscaioli o per elezione e per svago, come pescatori, cacciatori, alpinisti, sono . . . beh, non diciamo che sono migliori degli altri: glie lo si legge negli occhi, nell’espressione del volto, nel colorito, nel modo di comportarsi, e tra loro infatti si riconoscono subito, come se fossero membri di una felice confraternita segreta.
[ Massimo Mila – 1960 – Scritti di Montagna ]

Durante i mesi invernali e primaverili anche l’Associazione Montagna Amica si dedica all’attività scialpinistica; i nostri soci si organizzano in gruppi autonomi per compiere gite secondo le proprie capacità ed in funzione dei propri obbiettivi.
Durante i nostri Corsi di Scialpinismo alcuni di essi si aggregano autonomamente alle uscite programmate, contribuendo ad alimentare il nostro spirito del vivere la montagna in amicizia e sicurezza.
Il terreno d’azione è sostanzialmente quello delle nostre Alpi italiane Occidentali, sia per quanto concerne i corsi, sia per le uscite non pianificate secondo un calendario specifico.
Non mancano però le trasferte sull’intero arco alpino, sia in territorio nazionale, sia oltre confine, ma anche verso destinazioni extraeuropee; in questo caso si tratta di viaggi a carattere turistico – alpinistico o vere e proprie spedizioni.

Per i soli partecipanti adulti è richiesto il tesseramento all’Associazione per l’anno in corso.
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